“Il cibo è il più potente farmaco che abbiamo a disposizione e dobbiamo assumerlo come se fosse tale, in modo controllato e nelle giuste proporzioni” dice il Dott. Barry Sears, “inventore” della dieta a zone.
Ma cerchiamo di capire meglio: cosa si intende esattamente per “zona”? La zona è lo stato metabolico in cui l’organismo lavora al picco massimo della sua efficienza e che consentirebbe: un miglior controllo del rapporto carboidrati / proteine, una concentrazione ottimale dei livelli di insulina e una concentrazione ottimale di eicosanoidi buoni (agenti biologici che regolano moltissime funzioni organiche). Questo consentirebbe di costruire massa magra, bruciare i grassi, avere la massima efficienza durante le prestazioni fisiche, avere energia e non avere attacchi di fame.
Il rapporto risulta infatti essere suddiviso nelle seguenti proporzioni di macronutrienti da assumere nel corso della giornata in 3 pasti completi e 2 spuntini:
40 % di carboidrati a basso indice glicemico che non scatenino il rilascio di insulina. I concessi sono: le verdure (a parte le carote) e la frutta (a parte le banane e l’uva passa).
Quelli vietati sono: i cereali e i tuberi.
30 % di proteine, via libera a pesce, carni bianche, struzzo, albume, formaggi magri e speck, mentre sono da evitare le carni rosse, i tuorli, le salsicce e le frattaglie.
30 % di lipidi, meglio i monoinsaturi e quindi si all’olio d’oliva, alle olive e alla frutta in guscio, mentre sono da evitare gli acidi grassi saturi come quelli contenuti nella carne rossa, il latte intero, il burro ecc.
Le regole da seguire sono le seguenti:
in ogni pasto deve esserci un rapporto di macronutrienti 40 – 30-30 in Kcal
non devono mai passare più di 5 ore tra un pasto e l’altro evitando dolci, pane, pasta riso e cereali ad alto indice glicemico mentre bisognerebbe prediligere verdura a frutta ad alto indice glicemico
fare uno spuntino prima di dormire qualora fossero passate più di 2 h dalla cena
ogni pasto principale non deve essere maggiore di 500 Kcal
ogni spuntino non deve essere maggiore di 100 Kcal
L'introduzione nella dieta di proteine derivate da insetti è consigliata. Essendo questo un regime alimentare tendenzialmente iperproteico, ed essendo gli insetti molto ricchi di questo macronutriente, è possibile includerli nei pasti in sostituzione o ad integrazione delle altre fonti proteiche precedentemente citate.
Con la continua crescita della popolazione mondiale, la domanda di cibo aumenta esponenzialmente.
Questa crescente richiesta esercita una forte pressione sui nostri attuali sistemi di produzione alimentare, che sono già importanti contributori al cambiamento climatico. Date queste sfide, è necessario esplorare fonti alimentari più sostenibili.
Gli insetti commestibili offrono una soluzione valida, producendo meno emissioni, richiedendo meno acqua e utilizzando una quantità minima di terra rispetto all'allevamento tradizionale.
La chitina, un polisaccaride presente naturalmente negli esoscheletri di crostacei, insetti e alcuni funghi, ha da sempre affascinato sia gli scienziati che gli appassionati di cucina. Sebbene il suo potenziale come fonte alimentare sostenibile e nutriente sia riconosciuto da decenni, preoccupazioni sulla sua sicurezza e digeribilità ne hanno limitato l'adozione diffusa. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fatto luce sulle proprietà della chitina, smentendo molti dei miti che circondano questo ingrediente unico.