Che la dieta del mondo così detto “primo” o “occidentale” non sia sostenibile lo sappiamo tutti. Allo stesso modo, come per alcuni sembra che basti ripetere le solite cose per sentirsi a posto con la coscienza, altri non sembrano disposti a rinunciare alla loro tanto amata bistecca di manzo. Sia mai che non se ne mangino almeno un paio per settimana!
Ovvio, non siam qua per convincervi a mangiare insetti ma crediamo che gli insetti siano una parte della soluzione; siamo convinti che alcuni modelli di sviluppo vadano ridiscussi, siamo certi che le cose debbano cambiare e, in accordo con la gran parte della comunità scientifica, temiamo che il tempo utile per farlo sia sempre meno. Tic-tac-tic-tac.
Volete un valido motivo per il quale dovremmo tutti riconsiderare la nostra dieta? Eccolo: siamo troppi. Le proiezioni sul tasso di crescita della popolazione mondiale raccontano che diventeremo nell’arco di pochi anni circa dieci miliardi di individui. E noi ci crediamo.
Se da un lato la crescita demografica rappresenta per molti paesi anche l’espressione di uno sviluppo economico sofferto e inseguito dopo anni di condizioni precarie, d’altro canto questa crescita andrà comunque collegata alle responsabilità che ne conseguono. Siano i singoli, gli stati o le strutture sovranazionali a noi non importa; qualcuno dovrà garantire un piano razionale per nutrire una popolazione che cresce in maniera verticale. C’è poco da girarci attorno.
Consumare proteine animali significa alimentare sistemi di allevamento intensivo: piaccia o meno nella maggioranza dei casi è così; e proprio questi contribuiscono in grande misura all’accumulo di emissioni inquinanti nel nostro caro pianeta azzurro. Non solo: l’allevamento di animali di grossa taglia è anche il principale responsabile della deforestazione, servono terreni agricoli per coltivare il cibo di questi animali. Colture che per crescere necessitano di acqua dolce. Acqua dolce che è poca e che andrebbe gestita con intelligenza e parsimonia.
Alcuni Dati:
- Più del 70% della foresta sudamericana convertita “ad altro uso” serve come pascolo per animali, mentre il 14% è impegnato per la produzione di mangimi per gli animali negli allevamenti (fonte: ScienceMag).
- Tra il 1960 e il 2011, l’allevamento di bestiame è stato responsabile di più del 60% del cambiamento degli ecosistemi globali (fonte: Mottet, A.)
- La popolazione mondiale di maiali è passata dai poco più di 400 milioni del 1961 ai quasi un miliardo nel 2018. Nello stesso periodo di riferimento in Cina sono diventati da 85 milioni a quasi 450 (fonte: FAO 2020).
Occorre rendersi conto quanto prima che siamo tutti parte di un sistema complesso e interconnesso. Capire che le scelte che intraprendiamo come singoli avranno comunque un impatto su tutte le tutte le persone che ci circondano. Siamo parte di un insieme, e di questo non dovremmo mai dimenticarci.
Scegliere consapevolmente quello che decidiamo di mangiare conta eccome, alcune diete hanno un impatto decisamente ridotto rispetto ad altre e non aumentare il consumo di carne rossa è ormai necessario. Fa bene al pianeta e fa bene all’organismo di chi ne riduce il consumo.
Per il resto noi siamo qua, cerchiamo fonti alternative di proteine più sostenibili e più salutari.
