In questa intervista, il Dr. Francini, clinico nutrizionista, sottolinea il valore degli insetti commestibili come alimento e il problema della standardizzazione delle diete:
"E' esploso l'interesse per gli insetti commestibili e per i prodotti che li contengono. Cosa ne pensa da un punto di vista nutrizionale?
Da un punto di vista meramente nutrizionale si tratta di una valida alternativa ai comuni alimenti, poiché gli insetti sono una fonte di nutrienti completa e di elevata qualità.
L’aspetto più interessante è il basso impatto ambientale della loro produzione, vantaggio di non poco conto considerato il crescente bisogno di fonti alimentari richiesto dall’incremento demografico planetario.
Stiamo assistendo ad una sorta di “globalizzazione alimentare” irreversibile che tenderà ad uniformare le diete?
Come altri aspetti della nostra vita, anche i consumi alimentari si stanno globalizzando. Se sia un bene o un male è cosa difficile da stabilire e richiederebbe ragionamenti lunghi e complicati. Personalmente, ci vedo più aspetti negativi. La globalizzazione è un fenomeno di lungo periodo e dovrà essere subita da questa generazione e da chissà quante altre in futuro, ma non penso sia irreversibile. Anche in ambito alimentare la varietà fa parte della bellezza e dà gusto alla vita, quindi ritengo che le differenze locali vadano conservate, valorizzate e studiate. Studiate, come si studia la storia, perché il cibo è veicolo di cultura e testimonianza storica. Parafrasando Indro Montanelli, potremmo affermare che chi ignora la propria tradizione alimentare non potrà conoscere davvero quella presente."
Con la continua crescita della popolazione mondiale, la domanda di cibo aumenta esponenzialmente.
Questa crescente richiesta esercita una forte pressione sui nostri attuali sistemi di produzione alimentare, che sono già importanti contributori al cambiamento climatico. Date queste sfide, è necessario esplorare fonti alimentari più sostenibili.
Gli insetti commestibili offrono una soluzione valida, producendo meno emissioni, richiedendo meno acqua e utilizzando una quantità minima di terra rispetto all'allevamento tradizionale.
La chitina, un polisaccaride presente naturalmente negli esoscheletri di crostacei, insetti e alcuni funghi, ha da sempre affascinato sia gli scienziati che gli appassionati di cucina. Sebbene il suo potenziale come fonte alimentare sostenibile e nutriente sia riconosciuto da decenni, preoccupazioni sulla sua sicurezza e digeribilità ne hanno limitato l'adozione diffusa. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fatto luce sulle proprietà della chitina, smentendo molti dei miti che circondano questo ingrediente unico.