Inserire gli insetti commestibili nelle nostre diete è un passo avanti che stiamo facendo attraverso la curiosità, gli assaggi e la prima conoscenza dei prodotti, la scoperta di nuovi sorpendenti gusti, attraverso la creatività degli chef e dei produttori.
Lo stiamo facendo anche attraverso un maggiore consapevolezza scientifica delle loro proprietà nutrizionali, del ridotto impatto ambientale quando li alleviamo, della loro sicurezza come cibo.
Un documento fondamentale per informarsi è quello pubblicato dalla FAO nel 2013, di cui avete sicuramente sentito parlare.
Se non l'avete già fatto, trovate il tempo di leggere almeno l'introduzione e la prefazione degli autori, ne vale la pena.
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Con la continua crescita della popolazione mondiale, la domanda di cibo aumenta esponenzialmente.
Questa crescente richiesta esercita una forte pressione sui nostri attuali sistemi di produzione alimentare, che sono già importanti contributori al cambiamento climatico. Date queste sfide, è necessario esplorare fonti alimentari più sostenibili.
Gli insetti commestibili offrono una soluzione valida, producendo meno emissioni, richiedendo meno acqua e utilizzando una quantità minima di terra rispetto all'allevamento tradizionale.
La chitina, un polisaccaride presente naturalmente negli esoscheletri di crostacei, insetti e alcuni funghi, ha da sempre affascinato sia gli scienziati che gli appassionati di cucina. Sebbene il suo potenziale come fonte alimentare sostenibile e nutriente sia riconosciuto da decenni, preoccupazioni sulla sua sicurezza e digeribilità ne hanno limitato l'adozione diffusa. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fatto luce sulle proprietà della chitina, smentendo molti dei miti che circondano questo ingrediente unico.