Negli ultimi anni si é sentito parlare sempre più spesso di entomofagia.
Di cosa si tratta?
Si tratta di una cosa molto semplice: mangiare insetti.
Per quanto in occidente e in Italia questo possa sembrare strano e provocare disgusto, in diversi paesi gli insetti commestibili sono molto comuni, come parte della dieta quotidiana. In molti casi sono considerati delle vere e proprie prelibatezze, frutto di regimi alimentari antichi e consolidati.
Ma se in molti paesi di Africa, Asia o Sudamerica questa pratica é normale, perché l'entomofagia si sta diffondendo anche in occidente?
Un paio di anni fa la FAO (Food and Agriculture Organization) ha diffuso un report in cui veniva evidenziato il grosso problema delle fonti di proteine nel futuro.
Nel 2030 la popolazione mondiale toccherà i 9 miliardi, e questo, unito all'arricchimento di molti paesi (Cina in primis) farà esplodere la domanda mondiale di carne. A questo aggiungiamo i miliardi di animali che saranno allevati per sostenere questa domanda e tutti gli animali da compagnia, e si intuisce molto facilmente che le fonti tradizionali di proteine difficilmente potranno essere sufficienti.
Cosa fare allora?
Le soluzioni possibili sono sostanzialmente due:
- Ricorrere a fonti di proteine poco utilizzate;
- Cercare fonti di proteine alternative;
Tra le fonti di proteine poco utilizzate ci sono ovviamente gli insetti.
Insetti a tavola? Perché no?
La sfida é affascinante, siete pronti per il cibo del futuro?
Con la continua crescita della popolazione mondiale, la domanda di cibo aumenta esponenzialmente.
Questa crescente richiesta esercita una forte pressione sui nostri attuali sistemi di produzione alimentare, che sono già importanti contributori al cambiamento climatico. Date queste sfide, è necessario esplorare fonti alimentari più sostenibili.
Gli insetti commestibili offrono una soluzione valida, producendo meno emissioni, richiedendo meno acqua e utilizzando una quantità minima di terra rispetto all'allevamento tradizionale.
La chitina, un polisaccaride presente naturalmente negli esoscheletri di crostacei, insetti e alcuni funghi, ha da sempre affascinato sia gli scienziati che gli appassionati di cucina. Sebbene il suo potenziale come fonte alimentare sostenibile e nutriente sia riconosciuto da decenni, preoccupazioni sulla sua sicurezza e digeribilità ne hanno limitato l'adozione diffusa. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fatto luce sulle proprietà della chitina, smentendo molti dei miti che circondano questo ingrediente unico.